giovedì 4 aprile 2019


Di nuovo di fronte a questo mio diario pubblico, ma con molto meno tempo da dedicare alla politica, purtroppo o per fortuna, anche qui, come diceva un noto traditore, è questione di punti di vista. 
Non ho molto da dire sulla mia temporanea astensione dallo scrivere e dal partecipare attivamente alla vita politica del Paese (nel mio limite, ovviamente), solo che mi sono reso conto che alla fine eravamo sempre gli stessi, anzi, molti "si sono dedicati alla carriera politica professionistica" ed ormai si sono resi irrecuperabili, ma non è di loro che oggi voglio parlare.
Comunque, nonostante tutto e nonostante il tempo che passa io resto sempre dell'idea che:
- o liberiamo della ruggine liberista scuole, università, tribunali, ospedali, stampa, televisione, ed ogni sorta di organo dello Stato, attraverso la democrazia ed attraverso la democrazia ci riprenderemo la sovranità su tutto ciò che rappresenta un bene comune 
- o le cose si metteranno male per tutti
E allora, voglio concludere con il ricordo di due grandi politici che hanno fatto la Storia dell'Italia democratica: Alcide De Gasperi e Aldo Moro.
Due Statisti che hanno sempre tenuto fede al mandato diretto dei propri elettori e che hanno sacrificato loro stessi (nel caso di Aldo Moro sacrificando la propria vita) alla più Alta Ragion di Stato.
Due uomini che (come tanti altri della loro epoca) hanno SEMPRE sostenuto la Costituzione sin dal suo primo vagito, la Costituzione che la maggioranza degli italiani, democraticamente aveva determinato.
Il primo, in un momento in cui eravamo alla mercé di tutti (avevamo perso duramente una guerra da noi scatenata e la popolazione era alla fame - ricordiamolo sempre), fu in grado (e si, perchè, alla fine si trattò di questo, diplomazia - l'alternativa offerta era sostanzialmente uno stato di colonia) di far accettare agli americani una Costituzione realmente democratica, redistributiva, si potrebbe dire socialista pur prevedendo la libera iniziativa, ma sopratutto anti-liberista.
Del secondo, non posso che ricordare l'opera di cucitura con "l'altra metà del Paese" in nome della Costituzione, un'opera che se si fosse realizzata, avrebbe potuto verosimilmente portare a compimento l'applicazione integrale della Carta del '48, attraverso un "compromesso storico" che, forte del sostegno di un Popolo FINALMENTE UNITO (occasione persa), sarebbe stato in grado finanche di liberarci dal giogo della NATO. Si sarebbe così completata l'opera di De Gasperi (e di tutta l'assemblea Costituente) e anche l'Art.11 Cost. sarebbe stato osservato in toto. Ma Moro non ce la fece e sappiamo tutti cosa avvenne, o quantomeno cui prodest.
Alla prossima, ArticoloUno

martedì 10 ottobre 2017

Brutta cosa il fanatismo


Non capisco. 
C'è qualcuno che ha messo in giro una frase attribuita a Che Guevara (noto ricercatore studioso della storia italiana) che osanna garibaldi.
Garibaldi dovrebbe essere assimilato a mario monti. Entrambi al soldo di interessi stranieri, il primo ha contribuito all'annessione e al saccheggio del sud da parte dei savoia (su commissione inglese), il secondo ha contribuito all'annessione e al saccheggio dell'Italia da parte della ue (su commissione tedesca) - con tanto di morti. Punto.


Comunque colgo l'occasione per chiarire a me stesso che parlare ora di un periodo storico tutto da riscrivere (il risorgimento) è divisivo; e ora in Italia abbiamo bisogno di tutto tranne che dividerci su un ulteriore argomento, specialmente nel campo dei cd "sovranisti".

Certo però che è una gran brutta cosa il fanatismo.
Ora addirittura è venuto fuori che grazie a garibaldi siamo diventati la quinta potenza del mondo! 
Non si unisce un popolo con i massacri, le fucilazioni in piazza, con il saccheggio, con lo stupro, con le deportazioni e i campi di concentramento. Un popolo si unisce per autodeterminazione (la prima forma di democrazia).
 

E poi, alcuni che si riempiono la bocca di Costituzione, non hanno mai capito che è solo grazie agli statisti, che l'hanno fatta e rispettata nei primi decenni della sua vita, che eravamo un "bel paese". Senza di loro non saremmo diventati nulla. Altro che garibaldi! 

A mio avviso, chi crede al risorgimento vale ne più ne meno di chi crede nella ue: è un superficiale.
Eppure non ci vuole tanto, basta sapere che la storia la scrivono i vincitori e, come ora la stanno scrivendo liberisti e globalisti, allora la scrissero i risorgimentali (tra l'altro a forte componente massonica - leggetevi cosa scrive la Costituzione in proposito, ma questa è un'altra storia).


Ora non è il momento di spaccare l'Italia, quindi smettete di idolatrare un mercenario che la sta spaccando anche proprio ora e pensate al presente. Prima dobbiamo liberarci dalla ue e poi penseremo a dividerci, se gli italiani lo vorranno. Ora non bisogna cadere nel baratro del tutti contro tutti. 

Chi provoca pubblicando su garibaldi osannandolo o è ignorante o in malafede e spacca ciò che dovrebbe diventare e poi restare unito.


Simone ArticoloUno Boemio

mercoledì 30 agosto 2017

Che farei?

Dopo mesi di inattività dovuti principalmente alla delusione ricevuta dal'ennesima scissione dell'ennesimo gruppetto "sovranista", riemergo per rispondere a chi, non conoscendomi, talvolta mi chiede: "ma tu che faresti?"

Al di qua della barricata abbiamo alcuni problemi.
O siamo capaci di riconoscerli o il nemico ci farà letteralmente a pezzi.
E il nemico non è una moneta (che sarebbe quantomeno ininfluente in caso di una ue che redistribuisce e in presenza di stati e trattati che riconoscono pari dignità a tutti - e su questi due punti chiudo seccamente la questione "altra europa" come impossibile), ma una ideologia da espiantare come un tumore dal pianeta: il liberismo, un'ideologia criminale che sta alla base della costruzione europea, che in passato ci ha già portato a ben due guerre mondiali (una direttamente, l'altra indirettamente) e che i padri costituenti avevano saputo tener lontano dall'ordinamento.
Eccoli:
- Primo: non tutti tra di noi si sono resi conto che siamo in guerra solo perchè non sentono i botti; eppure di segnali ce ne sarebbero tanti (morti, disoccupati, guerra tra poveri, attività chiuse, immobili inutilizzabili, ecc.). A questi voglio dire che in guerra, quando si subisce un attacco, si deve essere pronti anche a distruggere le infrastrutture del paese per impedire l'avanzata nemica e mai e poi mai si devono compiere atti che in qualche modo possano agevolare la permanenza del nemico sul proprio territorio (questo anche a proposito di specchietti per allodole come i mini bot o come l'abbandono del solo euro teorizzati da chi il culo al caldo ancora ce l'ha).
- Secondo: non tutti sanno che il popolo italiano non esiste (figuratevi che tra noi c'è chi crede ancora che il risorgimento sia stato un fiorire di propositi unitari invece che un insieme di autentici atti criminali posto in essere da una casata di debosciati spalleggiata dall'estero, contro una popolazione di resistenti definiti "briganti" - un'annessione violenta e sanguinaria, condotta tramite stragi, deportazioni e saccheggi, ben peggiore di quella operata all'Italia dalla ue) e continuano a sperare che questo (il popolo che non c'è) si sollevi - se non cambiamo registro al massimo in futuro potremo assistere a dei fenomeni di piazza anche violenti, cavalcati dalle destre neofasciste favorite dall'inconsistenza della sinistra sedicente "sovranista" sempre alle prese con inspiegabili cambi di nome e apparentemente interessata solo a far sfoggio della sua "grande cultura" (velo pietoso sui sinistrati orfani del PCI).
- Terzo: c'è chi crede possibile che 50 milioni di tele-lobotomizzati possano comprendere le incompatibilità tra Costituzione e trattati o le differenti implicazioni sociali conseguenti a politiche keinesiane o liberiste, e se ne stanno li tutto il giorno a studiarsi formulette di economia e ripeterle a pappagallo ad ogni occasione per compiacere il proprio vate di riferimento che intanto aspetta di salire sul carro del vincitore.
- Quarto: in nessun gruppetto (nel migliore dei casi una ventina di reali militanti che eroicamente sottraggono a se stessi quel poco che hanno in termini di tempo e denaro per scendere tra la gente a cercare di capire come fare breccia *a questi è rivolto l'appello finale) esiste una vera e propria necessità di unirsi agli altri simili.
- Quinto: Creare sette sembra lo sport più praticato da piccoli personaggi che giocano a fare gli statisti-carbonari e che in realtà sono solo dei poveri illusi, illusi di parlare al popolo. Tutti a farsi le proprie "assemblee" per raccontarsi quanto sono stati bravi ad esser stati i primi e per parlar male degli altri, mai ritenuti alleati, sempre considerati competitors. Pessimi personaggi che credono di poter comandare chi, esattamente come loro grazie ad una intelligenza pari alla loro se non maggiore, ha realizzato in anticipo quanto sia importante distruggere la ue per tornare alla legalità costituzionale al fine ultimo di distruggere il liberismo. Piccoli "leader" senza carisma che si raccontano quanto sia inutile avere tra le fila un personaggio noto che faccia da traino, leaderucci senza fondi che si raccontano quanto sia inutile avere soldi per fare politica, capetti senza palle che, una volta che riescono ad andare in tv in qualità candidato sindaco, sembrano degli azzeccagarbugli in cerca di un posto di lavoro, che parlano di tutto tranne che del ritorno alla legalità costituzionale che tanto ostentano nelle loro interminabili sedute davanti al pc a pontificare.
- Sesto: il quasi impossibile rapporto con i media. Non devo spiegare a nessuno (spero) quanto sia impossibile che personaggi veramente incisivi sul piano politico e in grado di catturare con parole semplici l'attenzione del pubblico appaiano in tv. Perchè lo possano fare, dovranno candidarsi ovunque possibile ed approfittare della straordinaria occasione per denunciare davanti al pubblico televisivo l'attuale dittatura dei mercati. Punto.
*E qui veniamo all'appello destinato a chi non ha velleità, ma è mosso da reale senso di patria, democrazia e giustizia sociale:
Non fissiamoci su una persona o su un gruppo e neanche su un argomento, ma su un'idea e portiamola avanti con i nostri cari e amici. 

L'idea è questa: coordinandoci, costruiamo insieme delle piccole avanguardie locali aventi come unico scopo quello di spiegare alla propria gente con ogni mezzo e ad ogni occasione la differenza tra avere o non avere uno stato alle proprie spalle. Quindi candidarsi ovunque ci sia copertura mediatica, con l'unico scopo di denunciare l'attuale dittatura e per spiegare bontà e attualità del progetto costituzionale di solo settant'anni fa.
E non illudiamoci di parlare al Paese, piedi per terra costruiamo qualcosa che, partendo dalla propria gente, possa durare e non scindersi alla prima occasione per motivi legati principalmente alla volontà di predominare del singolo; quindi tra pari con pari dignità, senza leader preimposti o autonominati, ma se necessario, investiti localmente democraticamente.
Creiamo una rete tra di noi al solo scopo di uniformare la comunicazione e senza cogliere l'occasione di far vedere chi ce l'ha più grosso. Quindi, non un partito, quello verrà solo quando verranno i simpatizzanti e gli iscritti (non "presunte" centinaia, ma decine di migliaia), così come i soldi, solo dopo i primi successi elettorali locali; fino a quel momento saremo tutti militanti di pari grado, l'unica cosa importante sarà la nostra coesione e la nostra determinazione ad abbattere la dittatura dei mercati e a ripristinare una democrazia degna di tale nome.


Ecco cosa farei, ma c'è già chi non ha capito un cazzo e che starà pensando "ecco un altro che vuole farsi il partitino dal basso". 
E siamo punto e a capo.

lunedì 5 dicembre 2016

Pronti alla BOTTA o pronti alla LOTTA?

Il primo passo è stato fatto, ma in quale direzione?

Ha vinto il NO, ma questa è stata solo la prima delle tante battaglie da vincere per riportare democrazia, lavoro e diritti sociali in testa all'agenda del Paese. 
Da parte mia la soddisfazione è già stata archiviata e ha lasciato il posto a tante considerazioni sul futuro, perchè la vittoria del NO è solo servita a non legittimare in Costituzione lo status quo
Ma lo status quo va comunque ribaltato e la Costituzione del '48 ripristinata e applicata integralmente (se si perseguono democrazia, lavoro e diritti sociali) e questo purtroppo non è, sia nell'agenda delle forze politiche parlamentari che hanno sostenuto il NO, che nella consapevolezza degli italiani. 
Il bello (si fa per dire) è che in tutt'Italia si crede che lo sconfitto sia Renzi o al massimo Napolitano (in molti addirittura sostengono di aver sconfitto il comunismo! pensa te come siamo messi) e, salvo una sparuta minoranza dei più attenti e capaci, nessuno sa a cosa è stato realmente detto di NO, ovvero: sottoporre ulteriormente e definitivamente la nostra Costituzione al volere dei mercati.

Quindi che fare?
Cercare di lavorare all'interno degli attuali partiti per modificarne l'impostazione politica o contribuire alla nascita, crescita e vittoria di uno ad hoc?
Sicuramente se la prima soluzione appare quantomeno velleitaria, la seconda si sta dimostrando ogni giorno sempre più irrealizzabile a causa dell'incapacità delle migliori menti del Paese di fare squadra, ma anche a causa della più totale assenza di un sistema mediatico libero e democratico.
Il mio appello è sempre lo stesso ed è rivolto alle varie personalità che da anni si battono per la sovranità democratica del Popolo Italiano, per il diritto al lavoro e a una esistenza dignitosa libera dal bisogno per ogni cittadino:
mettere da parte i personalismi, le ruggini di cui si avvantaggia solo il nemico comune, la sfiducia derivante dal logorio di una attività politica e culturale estenuante e priva di soddisfazioni e sedersi tutti insieme intorno ad un tavolo per trovare un minimo comune denominatore sul quale costruire una alternativa politica duratura e degna di perfezionare l'opera dei padri costituenti.
Dal canto mio, considerata l'arduità delle due soluzioni e le caratteristiche degli attori principali di entrambe, conservo il mio meditato pessimismo e seguito a confidare in una qualche forma di sollevazione popolare che spero nasca come reazione alle prossime prevedibili mosse eversive e destabilizzanti delle elites finanziarie globali (perfettamente rappresentate dalle istituzioni europee) uscite sconfitte dal referendum sulla deforma costituzionale.
Infatti, le dimissioni del buffone (se non preludio ad un Renzi bis) fungono solo da apripista per un governo tecnico che, come quello di Monti, dovrà fronteggiare a suon di tagli, tasse e austerità, una nuova ulteriore crisi (dello spread anche 'sta volta?) che verrà scatenata da chi veramente è uscito sconfitto (ma non scalfito) dal referendum di ieri, un nuovo governo della troika che solo formalmente dovrà occuparsi della riforma elettorale e chiudere i battenti di questa legislatura prima della naturale scadenza, ma che finirà di distruggere ogni residuo di democrazia e giustizia sociale nel nostro Paese, come Grigoriou Panagiotis potrebbe facilmente prevedere.
L'esperienza greca è oramai giunta alle nostre porte, tenetevi forte, preparatevi all'impatto, ma anche alla reazione!

Sul versante politico parlamentare, nessuno si illuda, comunque vada, non andremo a votare anticipatamente ora che con la vittoria del NO, le élite, hanno sperimentato il confronto con l'elettorato italiano. Il maggiordomo del colle terrà in vita questa legislatura incostituzionale a tutti i costi perchè così vogliono i burattinai che lo sostengono. E chi avrà l'"onesta" di essere conseguente alle proprie dichiarazioni di ieri e di oggi e proclamerà un nuovo "Aventino" abbandonando i lavori parlamentari se non si ricorrerà immediatamente alle urne, avrà il mio apprezzamento e forse il mio sostegno (con tanto di formale ritrattazione di passate dichiarazioni).
E si, perchè un "Aventino 2017", a cento anni dalla prima rivoluzione operata dai lavoratori, sicuramente darebbe la forza necessaria per ribellarsi a chi ogni giorno si alza per guadagnarsi il pane onestamente; una forte protesta parlamentare darebbe il La e la direzione alla sollevazione e forse alla liberazione del Popolo sovrano dalla dittatura europea dei mercati. 
Ma qualcosa mi dice che l'unico partito che potrebbe farlo, pur avendo la speranza di vincere le prossime elezioni, non farà proprio nulla lasciando ad una visita sui tetti di Montecitorio la propria unica ed irripetibile azione in difesa di una Costituzione che resta esautorata dai trattati europei anche nonostante il secco NO di ieri.

domenica 27 novembre 2016

NO, trenta volte NO

La questione (ormai purtroppo chiusa) sul truffaldino quesito referendario, ha scatenato la mia reazione e spinto a formulare alcuni quesiti decisamente fedeli a ciò che prevede la deforma costituzionale.

































Il 4 Dicembre non è in gioco il futuro del governo di un buffone eterodiretto, ma quello della nostra vita.
Con il NO le cose non miglioreranno, ma impediremo il loro definitivo peggioramento iniziato con il tradimento dei valori costituzionali con l'avvento della seconda era liberista della storia.

Ci si vede in piazza il 5, che vinca il NO che vinca il SI (sopratutto).

mercoledì 9 novembre 2016

Ha vinto Trump! E allora?


Salvo per il fatto che la sua avversaria era sostenuta dal PD e da alcuni tra i nostri media asserviti, per il resto non è che questa notizia del tutto ininfluente abbia il potere di risollevare la mia giornata.

C'è chi canta vittoria perchè "avremmo" "scampato il pericolo di un conflitto nucleare".
C'é chi canta vittoria perchè "saremmo" "ad un passo dalla fine del quarto reich e dell'€uro".
C'è chi canta vittoria solo perchè l'altra "è una pazza" mentre il vincitore non lo "sarebbe".

 Gli "stati uniti d'amerdica" (cit.) sono un pericolo per la nostra sovranità, per la nostra democrazia, per la nostra economia, per il fatto che controllano oltre 100 basi militari nel nostro territorio (attenzione: lo sono estattamente come lo sarebbe qualsiasi altro regime imperialista candidato a prendere il loro posto) e lo restaranno sia che l'euro imploda sia che non lo faccia (specialmente nel caso in cui tale implosione non avvenga contestualmente alla dissoluzione dell'unione europea quale propagine del sistema lobbistico statunitense) e lo restaranno per sempre se non sapremo ripristinare la legalità costituzionale così come disegnata dalla Carta del '48 e mai realizzata appieno.

Gli States sono uno stato fondato dalla peggiore feccia del mondo che ha annientato tutto ciò che prima animava quel continente ed in continuità ora pretendono di governare il mondo togliendo di mezzo ogni ostacolo (non mancano gli esempi) e chiunque li governa è sottoposto al potere economico che detiene i settori della finanza, dell'energia e sopratutto della guerra.

Quindi non aspettatevi nulla dalle farsesche elezioni americane, per noi non cambierà proprio nulla e se guerra ci deve essere guerrà ci sarà, indipendentemete dalla mano dello squilibrato eterodiretto di turno che premerà il bottone.

Simone ArticoloUno Boemio

mercoledì 2 novembre 2016

Chi di spada ferisce ...



Oggi, 2 Novembre 2016

Leggo sulle pagine Facebook di Alternativa per l'Italia:


COMUNICAZIONI IMPORTANTI E URGENTI DEL SEGRETARIO DI ALTERNATIVA PER L'ITALIA
Cari Amici,
Apprendo con rammarico che alcuni membri del direttivo, rompendo il rapporto fiduciario e la parola data, hanno infangato il mio nome e quello di altri soci fondatori. Mi risulta tra l’altro che siano stati utilizzati ad arte dei brani di conversazione estrapolandoli dal loro contesto e stravolgendone il senso, per utilizzarli a fini personali e distogliere l'attenzione da fatti molto gravi che costoro avevano commesso a danno di ALI e noi tutti.
Questo è avvenuto mentre ero all'estero, non certo purtroppo per motivi di piacere, ma per le periodiche visite neurologiche specialistiche di mio figlio ventiduenne affetto da tetraparesi spastica dalla nascita.
Come sapete io sono una persona trasparente, che dice in faccia le cose e non ama manovre dietro le spalle. Anche per questo sono rimasto molto colpito e amareggiato da queste manovre poco limpide, sfociate in un atteggiamento apertamente distruttivo e non certo costruttivo, che per unico effetto ha danneggiato e messo in cattiva luce il nostro movimento rischiando di compromettere mesi di duro lavoro di noi tutti. Reputo imperdonabile poi rubare tempo prezioso ai nostri impegni politici, familiari e professionali per riparare ai guasti di persone ambiziose o malconsigliate.
Tengo a sottolineare che la democrazia in Alternativa è garantita da quanto è previsto dal nostro statuto, che tutti conoscono ed in cui ci siamo tutti riconosciuti al momento dell'adesione; chi lo vuole modificare a proprio uso e piacimento in modo unilaterale per tornaconti personali si pone dalla parte del torto.
E in tema di democrazia, a che titolo qualcuno lancia proposte da ultimatum in totale disprezzo delle regole poste alla base del movimento? La democrazia funziona in questo modo, si accettano le regole e non si modificano ad personam! Il mio e vostro solo ed unico desiderio è sempre stato quello di preservare ALI, che è nata per unire, non per dividere le diverse anime sovraniste, anche a costo di mettere in secondo piano tutti i personalismi. Il mio per primo, in quanto il comune obiettivo è e sarà sempre unicamente quello di riconquistare la Sovranità perduta a causa dell'eurodittatura, nel pieno rispetto della nostra originaria Costituzione, offrendo una casa comune ai Sovranisti ancora sparsi e divisi in tutt'Italia.
Ora si rischia invece di perdere mesi di lavoro di tutti per colpa di chi antepone ambizione e personalismi agli obiettivi prioritari del nostro programma. Sono fiducioso che questi personalismi non prevarranno mai sul desiderio comune di veder riaffermato quanto prima il pieno riscatto del Paese, e io sarò in ogni momento il garante di questo impegno comune.
Sarò sempre disponibile a rispondere via email alle vostre domande e fornire i necessari chiarimenti sui fatti, in verità piuttosto semplici nella loro meschina realtà. Ringrazio delle tante manifestazioni di sostegno ricevute in queste ore e mi auguro che abbiate compreso perfettamente cosa sia avvenuto, rimanendo a vostra disposizione.
Antonio M. Rinaldi segretario Alternativa per l'Italia


Caro Antonio

Accolgo prontamente il tuo invito di rivolgersi direttamente a te, che leggo nella tua commovente lettera aperta di oggi e sopra integralmente riportata.
Innanzi tutto sento di dover chiarire che, se alcuni amici del partito in piena autonomia hanno fatto una scelta, l’han compiuta senza darmi ascolto (e di questo loro stessi ne possono essere testimoni), ma certo questo non mi allontanerà dal loro percorso che, come ben sai, è identico al mio e alquanto diverso dal tuo sin dai tempi di quel convegno a Roma sull’”inutile piano b” di stampo liberista - uscire dal solo euro è tutt’altro rispetto alla sconfitta del liberismo ed al ripristino della democrazia; ed unire “chiunque” attorno ad un progetto che preveda la sola uscita dall’euro a me non ha mai interessato.
Non puoi immaginare quanto siano grandi il mio rispetto e la mia solidarietà per il tuo problema familiare, ma come ovviamente immagini, io non conosco i tuoi spostamenti come tu non puoi sapere che io mi appresto a far passare il secondo inverno senza riscaldamento e con scarsità di risorse di ogni genere alle mie figlie e, ciò nonostante, spendo tutto me stesso e quanto mi rimane in tasca per le attività sul territorio di Alternativa per l’Italia, perché questo è il mio compito nel partito, perché questo è il mio dovere nei confronti della Patria e della Costituzione per e sulla quale ho giurato la mia fedeltà.
E questo mi porta immediatamente al punto, visto che entrambi non abbiamo tempo da perdere.
Un capace segretario di partito, tanto più se alle prime armi, deve essere rispettoso nei confronti dei suoi iscritti (se vuole rispetto), deve essere disciplinato (se vuole disciplina), deve essere efficiente (se vuole efficienza), determinato e pronto a tutto (se vuole fedeltà) insomma in poche parole deve fornire un esempio e soprattutto, se realmente vuole costruire un partito che riporti la democrazia nel Paese, ha il dovere di essere democratico.
E il tuo esempio in questo breve e storicamente insignificante periodo da segretario, nei confronti di un militante più che attivo - se ti fosse sfuggito oltre alla mia attività sul territorio, a Roma ho trasformato la stima personale nei miei confronti di un discreto numero di conoscenti in iscrizioni al partito che tu dirigi - è questo:
- La segreteria che tu dirigi non è stata in grado di fornire le tessere del partito e una semplice lettera di benvenuto nei confronti degli iscritti che si sono sentiti tralasciati
- La segreteria che dirigi non è stata in grado di produrre l’elenco degli iscritti del mio territorio al fine di poter organizzare la mia attività sullo stesso come da incarico conferitomi da uno dei tuoi due vice
- La segreteria che tu dirigi non ha mai contribuito in nessuna misura (anche simbolica) ad alcuna delle spese che io personalmente ed uno dei tuoi vice abbiamo sostenuto per promuovere Alternativa per l’Italia in Umbria
- La segreteria che tu dirigi ha colpevolmente sorvolato sull’atteggiamento del presidente che, in tutte le occasioni in cui è potuto stare davanti ad un microfono o ad una telecamera, ha solo parlato di se stesso e dei suoi libri e non ha mai menzionato Alternativa per l’Italia, neanche qualche giorno fa, dietro specifica domanda in cui gli si chiedeva notizie sull’esistenza di una forza politica che proponesse quanto da lui espresso (qui dal min.13 circa)
- Ed infine tu,
 o che, con la tua notoria verve (quando ti pare), in più di un'occasione e addirittura recentemente a "Report", non hai neanche pensato di promuovere Alternativa per l’Italia, un fatto inspiegabile ed inaccettabile - io mi sarei messo quantomeno la spilletta di ALI ed avrei infilato nei miei interventi Alternativa per l’Italia ovunque possibile come ad esempio fanno tutti i tuoi vice ad ogni occasione - e non provare neanche a riproporre la scusa che “avrebbero fatto dei tagli”, se l’avessero fatto tu comunque avresti compiuto il tuo dovere nei confronti di chi ogni giorno sul territorio fa il proprio e non può accedere alle telecamere come te
 o che hai fatto diventare "l'ultima speranza per l'Italia" un partito padronale per esempio attribuendo cariche all’interno del partito attingendo da persone esterne (che tra l’altro hanno dato ampia prova di inaffidabilità in passato) invece che consultare prima gli iscritti
 o che ignori e tratti da “pedoni” chiunque non abbia la tua visibilità e che maltratti chiunque non la pensi esattamente come te
 o che metti in piazza questioni interne al partito in maniera plateale ed affatto diplomatica, come in questa occasione, prima di una verifica che avrebbe dovuto avvenire a giorni

A te, in qualità di Segretario del partito, chiedo formalmente:
- Come pretendiamo di far presa sul popolo se non siamo noi per primi a dare un esempio di attaccamento al nostro dovere e di rispetto verso gli altri?
- Come pretendiamo di governare un paese se non siamo in grado di gestire una segreteria di poche centinaia di persone?
- Come pensi che possa avere effetto il nostro quotidiano appello verso i media nazionali per ottenere visibilità se poi chi riveste ruoli chiave, come te e il presidente Galloni, non fa il massimo per promuovere il partito?
- Come pensi di allontanare i dubbi (derivanti da quanto sopra) circa la tua fedeltà al partito che in molti hanno sollevato in questi giorni arrivando ad ipotizzare un tuo interesse solamente volto ad usarlo come tuo personale trampolino di lancio verso altri lidi?

Come da consuetudine da te purtroppo avviata, mi sento costretto a rendere pubblica anche questa mia, in attesa di una tua formale e soprattutto dovuta risposta cogliendo l’occasione per darti un consiglio appreso da mio padre:
non attaccare se non sei inattaccabile”.

Un saluto
ArticoloUno
(Simone Boemio)

P.S.: e la prossima volta rispondi, non ignorare chi collabora con te